la memoria delle pietre

che la memoria ha a che fare con il potere, ce ne siamo già accorti. ci sono memorie che contano poco, nulla. altre che invece… la memoria ha a che fare anche con il capitale, diciamolo chiaramente, che è una forma attuale del potere. credo la maggiore.
quante possibilità pensate abbia oggi la memoria delle pietre? pietre che ricordano da quasi 30.000 anni. pietre mute, o meglio silenziose, che custodiscono una memoria ancestrale, che fino a poco tempo fa oltre che nella pietra era custodita nei corpi, nei miti degli aborigeni. adesso custodita ormai solo dalle pietre.
Marinella Correggia ci parla oggi, dalle pagine di Alias, della distruzione della memoria delle pietre che costituiscono il più importante sito di petroglifici del nostro pianeta, nella penisola di Burrup e nell’arcipelago di Dampier (Australia Occidentale). Se andate su wikipedia, trovate che Dampier è un importante porto industriale dell’Australia. A me viene in mente Bagnoli, chissà perchè nei posti più belli e ricchi di storia e cultura si vanno a impiantare gli insediamenti più inquinanti e invasivi.

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Alcune località a Burrup sono state dichiarate Luoghi protetti dall’Aboriginal Heritage Act (1972-1980) e alcune sono state inserite o candidate al Register of the National Estate australiano, ma si tratta di interventi frammentari, che non tutelano la memoria delle pietre di Burrup. E prima e dopo il 1972, non è dato sapere quanto di quel patrimonio, non censito, sia già andato distrutto, si legge sul sito dell’associazione che ha promosso una campagna per salvare le pietre di Burrup. Che fanno parte dei siti a rischio di distruzione secondo quanto ha rilevato l’ong National Trust of Australia nel 2004. E’ l’unico sito australiano in pericolo nella rilevazione del 2008 del World Monuments Fund (lo è dal 2004).
Ma queste pietre fanno parte o no della memoria dell’Australia? Fanno parte o no della memoria del mondo? No. Forse. Non ancora. L’arcipelago di Dampier è ancora in attesa di essere inserito nel National Heritage Register da tempo (dovrebbe avvenire a giorni, dicono), e non fa ancora parte dei siti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco, pur soddisfacendone tutti i requisiti.
Per rinfrescare la memoria a questi smemorati, nel mondo appaiono e scompaiono mobilitazioni auto-organizzate attraverso il sito di stand up for the burrup, la n. 51 è stata il 24 giugno scorso a Milano (la seconda fatta in Italia), la prossima europea sarà in Francia il 22 luglio, ad Airvault, alle 13:45, al locale Festival dei sogni aborigeni. Che tentazione.

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