Da Dubai alle Alpi (e ritorno)

Ringrazio Piero per averci raccontato oggi cosa c’entrano le Alpi con Dubai, e viceversa, usando come pretesto Ski Dubai.
Ski Dubai, una grande scatola refrigerata che consente di “fare l’esperienza del freddo e della neve” in mezzo al deserto degli Emirati Arabi, non c’entra tanto con l’immaginario delle Alpi, nel senso che non intende rimandare a riferimenti specifici che hanno a che fare con le Alpi, al di là di riferimenti superficiali e pretestuali.
Questo luogo artificiale ci dice invece un paio di cose che c’entrano con l’argomento di questo blog.
1. questo luogo – Dubai – è così adatto alle tendenze più avanzate e spettacolari del mercato e della società globale proprio in quanto si tratta di un deserto. Un deserto geografico diventa un deserto metaforico: il nulla, dove tutto può essere immaginato e realizzato, senza nessun vincolo al passato. In questo senso, ci dice Piero, si tratta di un luogo che si è liberato dalla storia (non della propria, in realtà). Forse proprio per questo è un luogo di successo. In quanto si è liberato della memoria, di questo vincolo culturale e antropologico
2. Se a Dubai si sono ispirati alle Alpi per fare una scatola refrigerata dove persone che non conoscono il freddo e la neve possono farne esperienza, è perchè le Alpi nell’immaginario collettivo sono “la” montagna. E questo rimanda al mito delle Alpi, mito all’origine della modernità (chissà se è esso stesso un mito fondatore della modernità). In altre parole le Alpi, prima che dei monti, sono un’idea, che non parla tanto della montagna (non solo, solo tangenzialmente) ma piuttosto di tante altre cose. Secondo me, parla di noi. Anche della memoria.
So di essere un po’ criptica, ma su questo Piero deve scrivere un libro, lascerei a lui il compito di ragionarci sopra, e di farci sapere, tra qualche tempo, cosa ne è venuto fuori.

skidubai.jpg

9 Risposte to “Da Dubai alle Alpi (e ritorno)”


  1. 1 valentina gennaio 9, 2008 alle 10:41 am

    mi sarebbe piaciuto tanto esserci stata.
    Le alpi come “la” montagna; fare esperienza del luogo attraverso un oggetto. Queste sono sono due delle cose che mi aprono una serie di interrogativi, e che ritrovo anche nei miei studi. Che dire, aspetto il libro (che spero esca a brevissimo)
    p.s. Grazie 😉

  2. 2 Thomas Galli gennaio 9, 2008 alle 11:53 am

    Come le piscine fanno fare esperienza del mare anche dove questo non c’è. No?

  3. 3 Roberta Bartoletti gennaio 9, 2008 alle 9:12 PM

    Il post scritto da Fabio/luoghi sensibili mi ha suscitato questa riflessione, che mi pare utile riportare anche qui perchè chiarisce e completa il ragionamento sul deserto in relazione alla memoria.

    @Fabio
    “Forse bisogna precisare che l’idea del deserto, sia geografica che metaforica, funziona bene in quanto rappresenta il referente ideale (ottimo e astratto) del capitale, anzi: del Capitale. La geografia, si diceva ieri con Piero a pranzo, è una scienza in declino, perchè costringe a tener conto dei vincoli della materia, quelli posti dalla terra (la Terra) con tutta la sua varietà, con le sue differenze che sono tali e non riducibili, non possono essere trascese. Almeno, non possono essere trascese senza che questo “far finta che non esistono” non produca comunque delle conseguenze. La geografia in altre parole è una scienza in declino perchè mette di fronte ai vincoli della materia, mentre la modernità (il capitale, quello di prima) per sua natura vuole trascenderli. In questo senso Dubai non è “il deserto”, concordo con te, più precisamente Dubai si propone come “il deserto”, ossia un luogo vuoto, libero da vincoli posti dalla storia e dalla geografia (dalla memoria e dalla materia), e quindi libero di assumere tutte le forme richieste, in particolare dal mercato. Per questo mi pare che Dubai possa essere un “deserto” interessante, per me che non mi interesso del deserto geografico. Un luogo che si comporta “come se” fosse vuoto, libero, liquido (fatto di sabbia soltanto, che può assumere rapidamente tutte le forme del mondo).”

    @Thomas: più che del mare, la piscina permette di fare l’esperienza del nuotare e dell’immersione in acqua (quest’ultima si fa anche nella vasca da bagno) 🙂
    il parallelo funziona quindi

    @valentina: sui tempi di gestazione del libro, devi portar pazienza, ma vedrai che ne varrà la pena.

  4. 4 titty febbraio 25, 2008 alle 3:49 PM

    ciao, sono molto curiosa.. ci andrò settimana prossima e voglio proprio provare a sciare nel deserto..!!!

  5. 5 Roberta Bartoletti febbraio 25, 2008 alle 4:10 PM

    @Titty: quando torni, raccontaci qualcosa!


  1. 1 ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone « luoghi sensibili Trackback su gennaio 9, 2008 alle 2:55 am
  2. 2 Ski Dubai, Alpi svizzere e la realtà dell’immaginario « L’incertezza creativa Trackback su gennaio 12, 2008 alle 10:15 am
  3. 3 viaggi nell’immaginario, dalla moda alle Alpi « insight Trackback su gennaio 25, 2008 alle 7:18 PM
  4. 4 Spirito del tempo. Spunti per osservare l’immaginario in carica « insights Trackback su gennaio 30, 2008 alle 6:08 PM

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