la settimana scorsa – ero scesa al bar a prendere un caffè – ho assistito a una scena strana, sembrava di essere in un sogno o in un film. dalla nebbia che stritolava Bologna è uscita fuori una macchia rossa, un corteo di operai con le loro bandiere e i loro tamburi. ho pensato, anzi neanche pensato, non c’è stato bisogno di un ragionamento, ho sentito di assistere a un fenomeno strano, come a un’apparizione, come se fosse un fantasma.
gli operai non esistono più, quasi quasi mi avevano convinto. e infatti non sembravano mica veri, erano delle immagini, un miraggio, che prima o poi sarebbe stato nuovamente inghiottito dalla nebbia, ne ero certa. così è stato. ma mentre me ne tornavo a casa, e mi montava il nervoso, mi era assolutamente chiaro che ci avevano raccontato una balla colossale. e quasi ci eravamo cascati.
ecco, anche questo, secondo me, può essere visto come un problema di memoria.
avevo rinunciato a scrivere questo post, fin troppo intimo, ma poi ho letto questo articolo nel blog di Pino, e ho cambiato idea.
Aggiornamento: leggete anche questo articolo satirico di Michele Serra sull’Espresso, segnalato da Stefania.
d’accordo, intimo, però leggendo il tuo blog ho sempre più l’impressione di leggere quello che scriverebbe oggi Mafalda (proprio lei) – te acuerdas de Quino? http://www.clubcultura.com/clubhumor/quino/espanol/intro.html
me acuerdo, me acuerdo. il riferimento non è certo peregrino, come sai Mafalda è un mio mito, però ho il sospetto che mi dai della retrò-grada. infatti tempo fa volevo mettere un sottotitolo al blog che sostanzialmente lo affermava, fieramente. moh ci ripenso.
ma no, ma no, Mafalda resta attuale in quasi tutte le sue strisce, altrimenti sarebbe come dire che tutto quello che è stato prodotto nel passato e vive nella memoria è superato…
infatti, ci mancherebbe 🙂
Ohi gente, anche noi siamo il prodotto del passato, dopotutto. Vorrei conoscere qualcuno che è il prodotto del futuro.
Roberta: In linea con quanto dici e con http://faustotorpedine.blogspot.com/2007/11/alcune-teorie-sullestinzione-della.html
segnalo anche http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Welcome-to-Cipputi-Park/1977627/1?ref=rephpsp4
grazie Stefania, la satira preventiva di Michele Serra appare infatti non troppo fantascientifica, quando ipotizza le azioni di un piano di tutela (?) di una specie in via di estinzione, ma non troppo. Cito testualmente l’ultima azione prevista dal piano:
“Parchi tematici Il piano prevede di sostituire la manodopera con i robot, e destinare gli operai a popolare parchi tematici, denominati Cipputi Park, per turisti e visite scolastiche. Famiglie operaie al completo verranno lasciate libere in ampi spazi suburbani, completi di discariche, semafori rotti e giganteschi discount. I visitatori potranno osservarli mentre si nutrono di surgelati e giocano a ramino. Sarà vietato lanciare cibo agli operai, ma consentito sottrarglielo di bocca, per abituarli a conservare le condizioni di vita caratteristiche della specie. In giornate particolari, suggestivi cortei operai con fischietti e campanacci attraverseranno il parco tematico per la gioia dei bambini. Il Cipputi Park di Berlino calcola di triplicare i suoi incassi grazie al turco Kemal, l’operaio albino frutto di una rara mutazione genetica per avere inalato vapori di candeggina.”
Non so perchè, ma ciò mi suona MOLTO familiare, fin troppo. Come se ci fossi già stata.
Io segnalo un articolo meno recente (l’avevo salvato tempo fa) e sicuramente meno satirico. Ezio Mauro su La Repubblica dell’11 gennaio, a testimonianza che la classe operaia non si è estinta, è solo diventata invisibile. E la condizione di invisibilità è solo l’altra faccia dell’indifferenza.
http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/cronaca/incendio-acciaieria-1/thyssen-mauro/thyssen-mauro.html
mi viene in mente -a proposito di estinzioni- la fabbrica sasib che è da qualche tempo abbandonata.
ci facciamo un “postino” magari con qualche foto prima che sia distrutta o trasformata in centro commerciale?
Ancora una segnalazione: “Attenzione! Uscita operai”, NoReplay, Milano 2007.
E’ recensito sul domenicale de il Sole24 Ore di oggi, come un interessante libro che, anche in chiave divertente, parla di racconti della flessibilità.
Sul sito (http://www.noreply.it/pag/libricd/attenzione.html), il link ai blog che contengono alcuni dei racconti nseriti nel libro.