Che dire. Se l’invenzione della giornata della memoria serve a far fare gite scolastiche ad Auschwitz, ben venga. Ma a parte ciò, che dipende poi dalla buona volontà degli insegnanti, non mi pare sia una grande idea. Un’altra festa, insomma. No comment.
Oggi ero nei boschi intorno a Bologna, e Marco ci ha fatto scoprire tutte le trincee che avevano scavato i tedeschi durante la lunga permanenza del fronte in Appennino, prima della liberazione dell’aprile 1945. Ecco il mio post per la giornata della memoria.
Credo che il senso di questa giornata abbia anche a che fare con il tempo che passa. Ci allontaniamo dagli eventi, i testimoni invecchiano e muoiono, continuano tentativi revisionisti spudorati e mostruosi. Bisogna dunque fare qualcosa per riproporre la memoria come verità condivisa. Anche correndo il rischio di scadere in una ritualità (negativamente) retorica.
Per cambiare argomento. Considerato che gli argomenti del tuo blog mi interessano molto, ho aggiunto lamemoriadellecose al mio blogroll. Spero che non ti dispiaccia.
saluti da omniaficta (Fabio)
@Fabio: concordo, scomparendo le memorie vive è necessario mettersi al riparo. la shoah non va certo dimenticata, ma mi irrita notare quante memorie fondanti sono state travolte dall’oblio, nel frattempo. e non solo per distrazione. per il blogroll, grazie.
io credo sia una buona idea se accompagnata dalla reale volontà di non dimenticare.
Ho riflettuto molto rivedendo Schlinder’s list ieri sera. Ho ripreso in mano Modernità e Olocausto di Bauman ed ho nel cuore le parole di Fiamma Nirenstein sull’antisemitismo contemporaneo.
A me è servita per pensarci un po’. Nessuno pensa all’Olocausto tutti i giorni, troppi l’hanno dimenticato, altri persino negato.
Evviva, dunque, il giorno per ricordare.