memorie confuse/2

Sono abbastanza convinta che il nostro tempo abbia qualche serio problema di memoria, di smemoratezza, ma non solo, anche di grande confusione su quello che ha senso ricordare.
Sono anche convinta che i “problemi di memoria” non siano mai casuali: sono invece sempre rivelatori, e dovrebbero sempre far pensare, non dovrebbero mai essere sottovalutati.
Mentre si ragionava sulla scelta (per me criticabilissima) del 25 aprile prossimo per il V2-Day, è uscito un articolo di Alessandro Portelli sul Manifesto, che spera venga presto pubblicato sul suo blog, che mi conferma nelle mie 2 suddette convinzioni.

I giornali ne hanno parlato, non so quanto, ma questo è il fatto: il neonato Partito Democratico ha “dimenticato” di ricordare la Resistenza e l’antifascismo tra i suoi riferimenti fondanti. Nessuno dei due compare quindi nella carta dei valori del PD (sarei curiosa di sapere cosa c’è, allora, ma ho paura di chiedere), né nello statuto o nel codice etico. Interrogati sulla mancanza, hanno risposto appunto che è stata una dimenticanza. Distrazione? Confusione? Rimozione? mah. Interrogato, un senatore spiega che il PD si fonda sul “presupposto che la storia del ‘900 è finita, e con lei le sue ideologie: il fascismo oltreché il comunismo” perciò “l’antifascismo in quanto ideologia politica è anacronistica come il fascismo”. Mi verrebbe da chiedergli: caro signore, ma lei dove ha studiato? e, soprattutto, ma dove vive?

Ognuno ha il suo modo di costruire il passato per aprirsi al futuro. Come scrive Portelli, “nell’Unione Sovietica cancellavano i gerarchi in disgrazia dalle foto ufficiali. Noi invece celebriamo compunti la Giornata della Memoria”. Ma a che futuro ci stiamo così preparando?

PS: Dopo la nota di Veltroni, la Resistenza compare una volta nel Manifesto dei valori del PD, così: “La Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza antifascista, è il documento fondamentale dal quale prendiamo le mosse.” Tutto qui?

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3 Risposte to “memorie confuse/2”


  1. 1 Edoardo febbraio 8, 2008 alle 3:16 PM

    beh..credo che la concretizzazione della memoria sociale sia ormai evidente e sta a Noi cercare di Resistere alla dimenticanza, resistere tramite nostalgie.
    Sto notando che un efficace modo per ricorrere alla memoria collettiva ed individuale (un loro legame) si sta attualizzando nella musica (ovviamente quella musica “libera”, svincolata ed ancora particolaristica, differenziale, con una propria specificità).
    Gruppo musicale (italiano, la nostra storia) che credo rispecchi al meglio questa mia supposizione è Modena City Ramblers che, a partire dall’album “Riportando tutto a casa” del 1994 (non a caso, secondo me, questo titolo assomiglia al Voler tornare a casa che conosciamo bene come risposta alla perdita del legame tra bios/logos, m. individuale/collettiva, forma/contenuto) crea un ritorno alle terre d’origine, al ricordo de I Funerali di Berlinguer, a Il Bicchiere dell’Addio, alla partigiana Bella Ciao, al Cando di Natale, alle Mondine, ai Quarant’Anni, Contessa…con <>.

    Recentissimo lavoro (2005) in occasione dei 60 anni della Liberazione è “Appunti Partigiani”: un lavoro in collaborazione con tanti altri artisti (Guccini, Paolo Rossi, Coro delle Mondine di Novi, De Gregori, Moni Ovadia etc.) che riprende e riarrangia “canzoni resistenti” il cui contenuto è propriamente una memoria a questa data alla quale oggi ci rivolgiamo davvero in maniera confusa (ovviamente il 25 Aprile). Più che un semplice disco ho vissuto questo lavoro in modo più completo (è interessante notare anche il materiale, i colori e l’impostazione costitutivi del libretto che accompagna il cd, con odio verso gli indifferenti tramite diverse dichiarazioni come se fossero lettere scritte…sembra quasi volersi fare appendere al muro come vera e propria memoria) come un vero progetto, un evento, un vero tentativo di combattere gli odierni problemi di memoria che non sono neanche visti come un problema da risolvere o comunque è una questione sottovalutata e indifferente (riprendendo Bartoletti) e di proiettarsi verso un migliore futuro (in fondo la memoria è futuro).
    Per questo concludo riprendendo una dichiarazione dei Modena City Ramblers trovata in questo “foglio da appendere”: <>

  2. 2 Edoardo febbraio 8, 2008 alle 3:24 PM

    accidenti è stato perso l’ultima parte del mio intervento; riporto qui la conclusione (ossia la dichiarazione dei MCR sl loro disco):

    “L’idea degli Appunti Partigiani non nasce solo dalla voglia di ricordare e celebrare i sessant’anni della Liberazione Dell’Italia dal nazifascismo. L’art. 1 della Costituzione italiana non è l’epitaffio sulla lapide di un periodo morto e sepolto ma il concetto portante su cui le generazione, e non solo quella che ha vissuto la guerra, devono formare i loro principi e valori morali. Ricordare e raccontare le piccole e grandi storie dei partigiani, di chi ha lottato a rischio della propria vita e delle vittime innocenti, deve contribuire alla costituzione di una società con una forte coscienza civile, di libertà e solidarietà. [..] Ripercorrendo questi sessant’anni di musica Resistente, la nostra scelta è andata sulle canzoni che abbiamo sentito in vari modi più vicine.”

  3. 3 Roberta Bartoletti febbraio 15, 2008 alle 12:24 am

    concordo, la musica è un luogo adatto a resistere, operazioni come quella del 2005 sono state fatte anche in precedenza, ricordo un cd più vecchio, “Materiale resistente”, uscito nel 1995, per il cinquantenario della Liberazione, in un periodo in cui il 25 aprile pareva diventata una festa inutile, in realtà scomoda (per chi si ricorda, per chi c’era, era il 1994).

    http://www.recsando.it/mm_forum/musica/gruppi%20italiani/materialeresistente/


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