memorie milanesi

Sono tornata da tre giornate passate rinchiusa nel bunker Bicocca. Rinchiusa perchè c’erano tante presentazioni da ascoltare, e non c’era molto tempo residuo. Ma rinchiusa soprattutto perchè lo spazio sembra pensato apposta per la reclusione. Non ci sono più gli operai Pirelli, a percorrere viali ed entrare negli edifici. Non c’è più la vita, dura e anche un po’ triste della grande fabbrica del nord, niente è rimasto di quel respiro, di quella cultura, dolorosa ma viva. Ci sono rimasti solo i muri, i corridoi bui, gli spazi oppressivi, e non si capisce nemmeno il perché. Gregotti non è proprio il mio architetto preferito. Mah. E’ riuscito a conservare il peggio di quel mondo, rimasto come vuoto scheletro che ora docenti e studenti si trovano ad abitare, ad animare come possono.
Questa la prima memoria milanese.

La seconda: grazie anche al suggerimento di Mario, ho scoperto che a Milano ci sono ancora ristoranti vecchio stile, dove ti portano porzioni incredibilmente abbondanti. Così poco in sintonia con l’immagine anoressica di una città sacrificata alla moda, al suo lato meno nobile. Una Milano da gustare. Capita così che il ristorante l’Infinito mi ricordi il bolognese Bertino, e il cerchio si chiude.

che strano post.

5 Risposte to “memorie milanesi”


  1. 1 Matteo ottobre 17, 2008 alle 10:47 PM

    Ciao ho scoperto solo ora il tuo blog e mi piace. Ti andrebbe di fare scambio di link? Ti aspetto da me se accetti. Complimenti e grazie

  2. 2 faustotorpedine ottobre 18, 2008 alle 12:49 PM

    Dovresti venire a vedere le ex fabbriche torinesi rimesse a nuovo: dal commerciale /espositivo/fieristico Lingotto agli studi multimediali della FERT, che cinema già lo facevano negli anni venti, alle Grandi officine delle ferrovie, divise tra spazi espositivi e Politecnico. Alla Bicocca non sono mai stato ma qua non mi sembrano tanto cupi, anzi…

  3. 3 Thomas Galli ottobre 18, 2008 alle 1:28 PM

    definisca abbondanti.

  4. 4 golden ottobre 19, 2008 alle 9:10 PM

    Insomma, non siete mai contenti. Anche nel post-industriale, i pre-concetti ed i luoghi comuni sono duri a morire.
    …Milano anoressica..Operai.. Cene abbondanti ecc.
    Questi rimangono solo nella memoria e come tale sono. Da qui ad angosciarci volutamente con posizioni romantiche ed antiromantiche.
    Basta vedere la qualità degli interventi nella sala centrale della Bicocca, deprimente. Dai fantasmi dei sessantottini ad altro. Ottimi (cone una buona cena) i lavori nei workshop. Inevitabilmente tutti. Il nuovo che avanza.
    Pensate che il mondo va avanti e che ormai non conta più nulla, il non-sense degli anni ottanta ha preso piede.

  5. 5 Roberta Bartoletti ottobre 19, 2008 alle 10:18 PM

    @faustotorpedine: ci verrò, anche perchè avrei un progetto di cui parlarti…

    @thomas: al limite dell’esagerato, tanto da sembrare appunto a bologna

    @golden: grazie del commento, ma hai frainteso, della cena ero molto contenta.
    Se poi vogliamo ragionare da studiosi della società, milano anoressica non è un mito, non è mica la prima volta che vengo a milano e basta spostarsi in altre zone e altri ambienti, e lo scenario cambia abbastanza. ma era solo un pretesto per fare i complimenti all’altra milano, una delle tante. quella che sa nutrire il suo corpo.
    Sul nuovo che avanza (che michele serra aveva usato come metafora di un nuovo non così esaltante, ma non so se sei abbastanza vecchio da ricordarlo): ho sempre pensato fosse una scemenza esaltare il nuovo in sè, c’è del buono nel vecchio e del pessimo nel nuovo che avanza, e viceversa.
    I lavori nei workshop, quelli che ho seguito io, non tutti eccellenti, molti interessanti, ma sinceramente la cosa che ho preferito in assoluto è stata la relazione di martucelli e la nota di milanaccio, insieme mi pare pongano un bel programma di lavoro per il presente. Eccellente il forum giovani, ma eravamo 4 gatti, pochi ma buoni, decisamente.
    E resta il fatto che di Bicocca, l’ex fabbrica, si poteva fare di meglio. Architettonicamente intendo, se non altro per rispetto degli studenti.

    PS: a proposito di luoghi comuni e preconcetti. “non siete mai contenti”… voi chi? io parlo per me, e non aspiro a nessuna rappresentatività ;). Tant’è che non sono mai d’accordo con nessuno…


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