Mia mamma faceva la sarta. Poi ha smesso. Non le piaceva neanche tanto. Però ha continuato a farmi dei vestiti, sempre con meno voglia, va detto. A un certo punto se andava bene mi faceva un orlo, come grande concessione. Faceva parte del suo percorso di emancipazione di ex sarta per forza, credo.
Tra le cose che mi ha lasciato ci sono migliaia di rocchetti di filo per cucire, di tutti i colori. Colori molto belli, che secondo me se vai a cercarli non ne trovi mica di così belli, in giro. Ormai è roba da antiquariato, i moderni direbbero modernariato. Per me, invece, sono proprio cose antiche.
Rocchetti di plastica, rocchetti di cartone. Filofort “Tre Cerchi ISC”, 1000 Yds: 914 Mt, N. 80 (giallo chiaro). Filofort 100 Yds: 91 Mt, Col. 532 (arancio becco d’oca). Col. 258 (rosa antico). Col. 478 (ruggine). N. 50 (verde), 300 Yds. Col. 436 (arancio carota). 559: azzurro grigio. Tra i miei preferiti: verde petrolio 377.
I cotoni da cucire sono tutti mescolati in tanti sacchetti, tutti ingarbugliati, intricati insieme a tante altre cose che con la sarta c’entrano, ma non sempre. Bottoni automatici, matasse di filo da ricamo, metri da sarta, fettuccine di vario tipo, grosgrain, modelli su carta trasparente e amenità varie. Un gran casino, insomma, che a districarlo ci si mette chissà quanto.
qui ci starà una foto, appena la scarico dalla macchina fotografica. eccola:
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