Stamattina ho letto l’editoriale che Alessandro Portelli ha scritto ieri sul Manifesto, dove i posti riservati in metrò sono un sintomo di una farsa che annuncia la tragedia di un degrado culturale su cui c’è veramente poco da ridere. Leggetelo, leggetelo.
Mi sono ricordata le parole dello scrittore Sidran su quel che resta della sua città, Sarajevo, e del suo paese dopo la guerra: “la società civile, non lo stato, è stata distrutta – un fatto tragico, non correggibile, incurabile, un processo storico irreversibile”.
Credo che stia accadendo ora, a noi, senza che ci sia bisogno dei cecchini e delle granate.
Per questo, anche se assistiamo continuamente a boutade di buffoni, c’è veramente poco da ridere.
Visto che non ci fanno ridere, facciamoli smettere. Cominciamo a dire in giro che l’imperatore non solo è nudo, ma è anche un gran brutto vedere.
non solo farse e boutades, purtroppo. ad annunciare la tragedia del degrado culturale la legge appena votata dal re e dalla sua corte di servi, ruffiani, lacché e buffoni. il reato di clandestinità, l’aumento dei tempi di permanenza nei lager per immigrati, le squadracce in camicia verde o nera, le liste di proscrizione dei senza dimora: palle di cannone contro la società civile. che, nell’immediato, ha reagito con le due postazioni fuori dal parlamento, l’una con ferrero come portavoce, l’altra con giordano.
ricostruirla, questa società civile, ridarle voce: questo il compito urgente di ognuno di noi.
gabriele.