Corso di sociologia dei consumi, 25 novembre 2009
Archivio per novembre 2009
“Un dettaglio ma abbastanza curioso da giustificare i flash dei fotografi che per una volta privilegiano la forma piuttosto che la sostanza. Sul tappeto rosso di Venezia sfila infatti la bella Michelle Ye, avvenente attrice cinese protagonista di “Accident”. Ma più che la bellezza potè la scarpa. Il sandalo pitonato con tacco a forma di donna nuda non poteva sfuggire.” (da Repubblica)
“VENEZIA – La più originale è stata lei: Michelle Ye, l’ attrice cinese di Accident di Soi Cheang (thriller psicologico che gioca sulle leggi del caso) ieri in concorso. Si è presentata con un sandalo pitonato con tacco curioso: una scultura raffigurante una donna formosa e nuda.” (dal Corriere)
Quello che a me non può sfuggire (e non è sfuggito a Fabio che mi ha segnalato il caso), è che i giornalisti che hanno riportato senza neanche pensare l’Ansa pensano che a reggere l’attrice cinese in questione sia una donna nuda, se va bene una donna nuda cicciona (che geni quelli del Corriere, che notano la formosità della donna, ma non vanno oltre le questioni di forma).
Razza di scimuniti, a reggere l’attrice cinese è l’archetipo del femminile, materializzato in una superclassica forma della Venere del paleolitico di cui abbiamo visto migliaia di immagini. Oppure no, essere esposti alle immagini non significa per forza vederle. Sicuramente non basta a riconoscerle.
Non che serva fare pellegrinaggi per l’Europa, per vederle raffigurate o dal vivo, trasformate persino in souvenir. Basta andare su wikipedia. O chiudere gli occhi e cercare in qualche meandro della nostra memoria ancestrale. O no?
Questa è la più famosa, e non l’ho mai vista dal vivo. Non ancora.
La Venere di Willendorf. 24-26.000 anni fa.
Berlin 1990 (c) Fabio Fornasari
memorie in movimento
Published novembre 1, 2009 Ostalgia , Uncategorized Leave a CommentTag:ddr, Festival dei popoli, muro Berlino
“Ho l’impressione che si riduca la Ddr sempre più a pochi marchi di prodotti e ad alcuni standard di interpretazione. La situazione era molto più complessa”. Per andare oltre questa immagine stereotipata della ex Germania Orientale sarebbe bello andare a vedere i documentari di Thomas Heise al Festival dei Popoli di Firenze, dove viene presentata tutta l’opera del regista che ha lavorato soprattutto nel teatro (con Heiner Mueller) durante al vita della Ddr, data la censura continua a cui sono stati sottoposti i suoi documentari. In Material (2009), che ha già vinto il Gran Premio al Fid Marseille, racconta la storia tedesca poco prima della caduta del muro.
In attesa del ventennale.
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