Può capitare di stare dalla parte delle mondine, dei partigiani, di specie (sociali e culturali) dichiarate in via di estinzione e (forse non a caso) di trovarsi senza rappresentanza in Parlamento. Può capitare in un paese che si chiama Italia.
Capita allora anche questo (in ordine sparso e anche confuso):
– che verrebbe voglia di chiudere il blog. Per una che pensa che scrivere in pubblico significhi prendere posizioni, fare cultura e quindi “fare politica”, il rafforzamento dei partiti più tradizionalmente intesi e assai poco dal basso fa riflettere, e non fa pensare tanto bene.
– che verrebbe voglia di fare davvero politica, sul serio, con un’azione che non si fermi alla comunicazione in pubblico, in rete. Viene, a me, il fondato dubbio che il fare politica con i blog sia un modo per risolvere problemi interiori (desideri di fare qualcosa) senza poi arrivare a fare un accidente, senza cambiare niente.
Visto che pensieri migliori in questo momento non mi vengono (e rispondo qui a Fabio), per questo non avevo ancora detto niente finora. Ma se aspetto pensieri migliori, chissà quanto tempo dovrà passare…
Per questo sono ancora più convinta di prima (questo sì) che il 25 aprile lo passerò insieme alle voci delle “mie” mondine e dei “miei” partigiani. Insieme ai miei antenati insomma, per avere una visione sensata del futuro.
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