Posts Tagged 'partigiani'

“non mi fotografate a braccia conserte, per favore…

… è la posa di quelli che comandano, “cuj ca cumandu”.

Ernestina, staffetta partigiana della 42esima Brigata garibaldina, Val di Susa, 25 aprile 2009.
(Articolo di Andrea De Benedetti, Il manifesto, 26 aprile 2009, pag. 3, oggi solo in edicola per chi vuole vedere la fotografia della staffetta Ernestina, e leggere l’articolo).

25 aprile, Festa della liberazione dal nazifascismo (non dai puffi cattivi), festa semmai di Giustizia_e_Libertà, inseparabili.

memorie démodées

Ho scoperto, ormai due settimane fa, che ci si può associare all’Anpi. Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Anche se non si è stati combattenti. ll motivo, non esplicitato ma evidente, è che a 62 anni dalla Liberazione anche i partigiani più giovani di allora sono ormai ottantenni. La loro memoria, per conservarsi, ha bisogno di essere oggettivata al di fuori dei loro corpi.

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I loro nomi e la loro storia sono raccontati qui, tra loro mi va di ricordare Dante Drusiani, nome di battaglia Tempesta, “nato a Porretta Terme (Bologna) il 24 marzo 1925, fucilato a Sabbiuno di Castelmaggiore (Bologna) il 25 dicembre 1944, operaio, Medaglia d’oro al valor militare alla memoria”. Inseparabile dal compagno Terremoto. A Dante Drusiani è dedicata una scuola dietro casa mia, e con grande piacere ho scoperto che era un partigiano, vedendo il masso con il suo nome nell’ultima visita fatta a Sabbiuno.

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il monumento di Sabbiuno, foto di Garaz presa qui

Sentieri della memoria: camminare per ricordare

Ieri mi è capitato tra le mani un libro, più precisamente una guida per camminatori. “Sentieri partigiani in Italia”, si intitola, sottotitolo “A piedi su alcuni dei più bei percorsi della Resistenza”. L’ho presa perchè A., l’amica che era con me in libreria, è una grande camminatrice e da tempo tenta di farmi attraversare l’Appennino a piedi. “Pensa cosa si prova, a ripercorrere quei sentieri, cosa si può sentire”. Io mi chiedo chissà cosa vorrebbero farci ricordare. La guida è abbastanza esplicita, in realtà – la fuga degli ebrei italiani verso la Francia, le battaglie partigiane, i campi di prigionia, gli eccidi nazisti nelle comunità montane: luoghi di memoria collettiva dell’Italia, o almeno di quella parte di Italia che riconosce nella Resistenza un atto fondativo, un vero e proprio mito storico. Camminare è un modo di ascoltare, propone l’autore Diego Marani nell’introduzione, e camminare su questi sentieri della memoria è un nuovo modo di ricordare che da alcuni anni è stato inventato. Proprio nel momento in cui la scomparsa delle memorie vive (insieme al proliferare delle commemoriazioni ufficiali) rischiava di far dimenticare.
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PS: la prima volta che ho sentito parlare di sentieri partigiani era l’estate 2004, e da lì ho iniziato a ragionare sul turismo della memoria. Si trattava di camminate accompagnate da testimonianze partigiane nell’Appennino reggiano, organizzate dall’Istituto per la storia della Resistenza; la 13° edizione dei Sentieri Partigiani si terrá dal 6 al 9 settembre 2007.


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