Mentre in Italia alcuni nipoti si dimenticano delle gesta dei loro antenati, Zapatero onora il ricordo di suo nonno, e delle decine, migliaia di repubblicani che hanno lottato nella guerra civile spagnola, e che sono stati perseguitati nei 36 anni della dittatura di Franco.
Del mio unico viaggio nella capitale spagnola, Madrid, il principale ricordo che mi sono portata a casa è quello di aver visitato un paese che sembrava rimasto ibernato all’epoca della guerra contro l’invasione Napoleonica. All’epoca, per intenderci, rappresentata dal celebre quadro di Goya, conservato al Prado. Vedere quel quadro, nel principale museo di Madrid, e uscire nella città, nelle sue strade, nelle sue piazze, era un’esperienza senza soluzione di continuità (non fosse stato per i negozi, gli aperitivi e le strade commerciali). La città tutta unita ricordava la fiera resistenza contro Napoleone, nei monumenti e nei nomi della città. Non un unico riferimento alla guerra civile, la guerra fratricida, la guerra del Novecento che ha portato la Spagna al centro del mondo, che ha portato in Spagna non so quanti volontari, dall’Italia, dalla Francia, fin dal nuovo continente. Anche per questo motivo, lo confesso, Madrid non mi è piaciuta per niente.

E’ quindi (anche per me) una vera notizia l’approvazione da parte del parlamento spagnolo di una legge che originariamente era chiamata Ley de la Memoria Historica, e che nel travagliato percorso verso l’approvazione si è trasformata nella “Legge attraverso la quale si riconoscono e si ampliano diritti e si stabiliscono misure in favore di coloro che soffrirono persecuzione o violenza durante la guerra civile e la dittatura”. Non è una legge straordinaria, lamentano le associazioni che da sempre di queste vittime e di quei crimini si sono occupati, cercando invano giustizia. Ma è sempre meglio del silenzio che ha fatto parlare, per la Spagna, di un pacto del silencio, e di un pacto del olvido. Oggi, quindi, non è più possibile semplicemente dimenticare.
Rimando al bell’articolo di Maurizio Matteuzzi, che ricorda tra gli altri le parole della scrittrice Almudena Grandes:
“Uno dei più grandi crimini del franchismo è aver provocato uno strappo brutale nella memoria, aver fatto sì che noi nipoti non sapessimo nulla o non potessimo più credere alla vita dei nostri nonni”.
Viva la Spagna, viva Zapatero.
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