Sono abbastanza convinta che il nostro tempo abbia qualche serio problema di memoria, di smemoratezza, ma non solo, anche di grande confusione su quello che ha senso ricordare.
Sono anche convinta che i “problemi di memoria” non siano mai casuali: sono invece sempre rivelatori, e dovrebbero sempre far pensare, non dovrebbero mai essere sottovalutati.
Mentre si ragionava sulla scelta (per me criticabilissima) del 25 aprile prossimo per il V2-Day, è uscito un articolo di Alessandro Portelli sul Manifesto, che spera venga presto pubblicato sul suo blog, che mi conferma nelle mie 2 suddette convinzioni.
I giornali ne hanno parlato, non so quanto, ma questo è il fatto: il neonato Partito Democratico ha “dimenticato” di ricordare la Resistenza e l’antifascismo tra i suoi riferimenti fondanti. Nessuno dei due compare quindi nella carta dei valori del PD (sarei curiosa di sapere cosa c’è, allora, ma ho paura di chiedere), né nello statuto o nel codice etico. Interrogati sulla mancanza, hanno risposto appunto che è stata una dimenticanza. Distrazione? Confusione? Rimozione? mah. Interrogato, un senatore spiega che il PD si fonda sul “presupposto che la storia del ‘900 è finita, e con lei le sue ideologie: il fascismo oltreché il comunismo” perciò “l’antifascismo in quanto ideologia politica è anacronistica come il fascismo”. Mi verrebbe da chiedergli: caro signore, ma lei dove ha studiato? e, soprattutto, ma dove vive?
Ognuno ha il suo modo di costruire il passato per aprirsi al futuro. Come scrive Portelli, “nell’Unione Sovietica cancellavano i gerarchi in disgrazia dalle foto ufficiali. Noi invece celebriamo compunti la Giornata della Memoria”. Ma a che futuro ci stiamo così preparando?
PS: Dopo la nota di Veltroni, la Resistenza compare una volta nel Manifesto dei valori del PD, così: “La Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza antifascista, è il documento fondamentale dal quale prendiamo le mosse.” Tutto qui?

Commenti recenti