C’è chi si preoccupa di ricordare, chi invece cerca in tutti modi di consentirci di dimenticare. Così diversi ricercatori stanno lavorando da tempo a una pillola per dimenticare, in particolare per cancellare le tracce di ricordi sgraditi. Ricordi traumatici, causati da violenze, guerre, lutti… Qualche giorno fa un telegiornale riportava la notizia che un gruppo di ricercatori di New York avrebbero sperimentato la pillola su dei topi, con risultati soddisfacenti. La pillola non farebbe dimenticare il trauma, ma ne renderebbe meno doloroso il ricordo, e interferirebbe sul trasferimento dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.
Uno dei più bei capitoli del libro di Aleida Assmann sul ricordare è sicuramente quello dedicato al corpo. Lo consiglio vivamente. Ci parla delle emozioni e del trauma come forme di memoria mediate dal corpo. “Ci sono esperienze e ferite che si inscrivono sul corpo che … si sottraggono alla manipolazione volontaria”. Questo ci aiuta a capire la differenza tra una memoria della mente e una memoria del corpo. La prima è flessibile, e muta continuamente adeguando il passato al presente ma, nel fare questo, trova un ostacolo, un vincolo: la memoria del corpo. Nel trauma, ci racconta la Assmann, il corpo è come la pellicola fotografica su cui la luce imprime l’immagine, il trauma sottrae l’esperienza alla possibilità del racconto e della riflessione. Nel trauma il vissuto (il corpo) rimane senza parola.
I traumi che la pillola della memoria deve rimuovere sono quindi iscrizioni nel corpo che costituiscono un ostacolo alla flessibilità della memoria della mente. Forse è per questo che hanno inventato questa pillola. Chissà se ne sarà capace.
Immagine di Gilles Cohen, in C. Chèroux Mémoire des camps
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