Sono andata al FemCamp che si è tenuto ieri a Bologna con un pregiudizio, o meglio un sospetto: che si potesse trovare qualche specificità nei blog delle donne, nei blogger/donna. Sono andata per sentire se quest’idea è condivisa, se ha un qualche fondamento, o se è un mio delirio. Anche per imparare qualche trucco tecnico per migliorare il blog, e fare invidia ai colleghi maschi assenti :-).
Per questo mi sono fidata doppiamente del consiglio di Feba e sono andata a sentire la presentazione di Andrea Beggi, dal titolo promettente “Blogging for Ladies: (quasi) tutto quello che una donna avrebbe voluto sapere sui blog e non ha mai pensato di chiedere. Come utilizzare meglio dei maschiacci tutte quelle robe dai nomi strani”. (Aggiornamento: la presentazione di Andrea è stata poi postata qui).
Andrea è partito da un dato oggettivo, che le donne sono marginali nelle classifiche dei blogger, e da un’ipotesi, che questo possa dipendere da una loro (“nostra”) relativa mancanza di strategia e tecnica nel rendersi “visibili”. Da questa doppia considerazione ci ha garbatamente proposto una serie di consigli molto utili, sicuramente.
sempre da flickr
e idem
Primo dubbio (che ho condiviso durante la relazione con miei vicini di sedia nonché colleghi, Fabio e Giulia): non sono consigli che valgono specificamente per le donne, sono consigli universalmente sensati e utili ai blogger (tra cui: evitate i refusi, rileggete prima di pubblicare – non dico a chi ho pensato, dico solo che è un acronimo di tre lettere, e sta nel mio blogroll e purtroppo è maschio). Dov’è la specificità del blogger/donna, solo in una relativamente maggiore inesperienza?
Secondo dubbio: posto che le donne siano effettivamente marginali nella blogosfera per una loro carenza nel rendersi visibili – partecipano poco dove occorre, non sfruttano al meglio tutti gli strumenti che il web 2.0 mette a disposizione ecc. -, chi ci dice che la visibilità, l’esposizione a tutti i costi siano L’Obiettivo del blogger, e non invece uno dei possibili obiettivi, sicuramente quello dominante, ma non l’unico?
Il mio sospetto è che la blogosfera come ambiente (in autonomia dagli stessi singoli blogger che la animano, maschi o femmine che siano) sia dominata da una logica quantitativa (che è poi la logica della comunicazione) – quantità di contatti, quantità di presenze, quantità di informazioni … – e non qualitativa; è in altre parole informata da una logica espansiva, o estensiva, che mi pare abbastanza omologa a quella del mercato. Da esperti come Andrea, o altri che non conosco ma che vorrei conoscere, posso allora sperare che arrivino consigli per migliorare strategie e tecniche per un blogging meno interessato a rendersi visibile a chiunque a tutti i costi, magari più interessato a trovare e selezionare fonti di informazione di qualità, strumenti di gestione di archivi di dati e immagini pertinenti al progetto su cui spesso un blog nasce, a trovare contatti pertinenti con la propria missione. Chissà se mi sono spiegata. Ringrazio Andrea, che a seguito di questa sollecitazione mi ha dato consigli su come bere dall’idrante senza affogare…
PS: Direi che questo è il secondo dei due post promessi sulle conversazioni dal basso, che ruotano intorno all’idea di pertinenza, di cui ho parlato qui e qui. La logica dominante della blogosfera, della visibilità e dell’esposizione estensiva alla comunicazione, mi pare cozzare con le pretese qualitative del concetto di pertinenza. (Per chi mi conosce: si capisce, spero, cosa c’entra tutto ciò con la memoria).
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