Sarà merito (o colpa) del fem-camp, o dei blogroll rosa, ma mi sono accorta che sarebbe sensato inserire una nuova categoria nella mia lista, una parola non esplicitata ma di fatto molto presente. Che accomuna post che avevo associato alla parola corpo e alla parola comunicazione. Nuovo tag (retroattivo): donne.
Articoli recenti
Commenti recenti
aca-blogger
Blogroll
- 100cittàsicure
- Archivagando
- blog Festa Unità Second Life
- blog ufficiale Cpo
- Bookcafé di GG
- crepe urbane blog/critical garden
- Cultura Riproduttiva Blog
- EstEstEst – blog di Astrit Dakli
- Fausto Torpedine
- Fragmentos de Buenos Aires
- Giulia Caramaschi
- Il Manifesto
- Lorenzo
- luoghi sensibili di Fabio Fornasari
- Maddamura
- Massimo Russo
- mediaresarch
- Netmonitor
- Orti di Caprara
- The Story of Stuff
- Vedute da Buenos Aires
- zerogikappa
Onda anomala
archivi Argentina arte autobiografia blog Bologna comunicazione consumo conversazioni dal basso corpo denaro donne etnografia fem-camp fotografia generazioni indiani letteratura luoghi di memoria media memoria collettiva memoria sociale mente mercato oblio oggetti oggetti di consumo operai Ostalgia politica Resistenza second life turismo della memoria Uncategorized Urbino
25 aprile
25aprile
Armenia
bancadellamemoria
Barbie
Berlino
Bologna
brand
Brian Griffin
Budapest
burkini
calcio
ddr
decreto Gelmini
decreto legge 112
Depardon
diaspora palestinese
elezioni politiche 2008
festa dell'Unità
Festival dei popoli
fumetto
Gelmini
giuliano piazzi
Goldrake
Gomorra
grande madre
grandi madri
guerra civile spagnola
guerriglia gardening
il Manifesto
Iperbole
l'Unità
Legge 133/2008
liberazione
linkedin
mamma
Marco Paolini
Marco Revelli
Memento Park
Milano
Miyazaki
moda critica
mondine
morti Reggio Emilia
muro Berlino
Nana
New York
orti
orti collettivi
orti urbani
partigiani
Pd
popolazioni indigene
Rinascimento virtuale
Rinascita
Roberto Saviano
rugby
San Luca
San Vito
Scuola
second life
Skiantos
social media
Stalin
Stazione Topolò
strage del 2 agosto
Trabant
turismo genealogico
università
V-Day
Veltroni
vita da prof
Woody Guthrie
Yerevan
égalité legalité
Archivi
- aprile 2016 (1)
- ottobre 2015 (1)
- giugno 2015 (1)
- febbraio 2015 (1)
- luglio 2014 (1)
- ottobre 2013 (1)
- giugno 2013 (1)
- dicembre 2012 (1)
- novembre 2012 (1)
- giugno 2012 (1)
- Maggio 2012 (1)
- aprile 2011 (1)
- marzo 2011 (1)
- gennaio 2011 (1)
- agosto 2010 (1)
- aprile 2010 (1)
- marzo 2010 (1)
- gennaio 2010 (2)
- dicembre 2009 (5)
- novembre 2009 (4)
- ottobre 2009 (2)
- settembre 2009 (7)
- luglio 2009 (1)
- giugno 2009 (1)
- Maggio 2009 (3)
- aprile 2009 (3)
- marzo 2009 (2)
- febbraio 2009 (2)
- dicembre 2008 (1)
- novembre 2008 (6)
- ottobre 2008 (10)
- settembre 2008 (4)
- agosto 2008 (1)
- luglio 2008 (4)
- giugno 2008 (4)
- Maggio 2008 (8)
- aprile 2008 (6)
- marzo 2008 (6)
- febbraio 2008 (6)
- gennaio 2008 (9)
- dicembre 2007 (3)
- novembre 2007 (9)
- ottobre 2007 (11)
- settembre 2007 (8)
- agosto 2007 (6)
- luglio 2007 (4)
- giugno 2007 (10)
- Maggio 2007 (13)
- aprile 2007 (14)
- marzo 2007 (14)
Flickr Photos
Immagini e testi in questo blog, ove non specificato diversamente, sono pubblicati sotto una Licenza Creative Commons
Non è allora che anche noi maschietti dovremo aggiungere il tag “uomini”?
se riuscite a farvi venire le mestruazioni… 😉
A parte gli scherzi, non te lo so dire, ognuno deciderà in base ai temi del proprio blog. Per quanto riguarda il tuo, dovresti sapere tu se ha senso aggiungere tag legati al genere.
Al fem-camp è uscito che ci sono tematiche caratteristiche dei blog di donne (tipo appunto le mestruazioni, ossia temi legati a una specificità del corpo che fino ad ora difficilmente si può negare), per questo ho pensato che aveva senso esplicitare questo tema nel mio blog: nel mio, non in quello delle donne in generale.
Comunque il femminile è un tema che scatena la comunicazione, non c’è che dire.
PS: non è detto che in futuro non mi tocchi anche aggiungere il tag “uomini”.
Chissà perchè le donne parlano di sè usando il termine “donne” e gi uomini usano “maschietti”? 🙂
Gli uomini, parlando di se con le donne,
forse si chiamano “maschietti” perchè così le donne non si mettono sulla difensiva
e li tacciano di maschi-lismo… :o)
Ma-schietti poi ha in se il concetto di “schietti”, sinceri… :o)
Comunque io in “genere” evito le differenze di “genere”
perchè le ritengo improduttive fra esseri umani che si rispettano reciprocamente e non sono sottoposti a rapporti di potere, dove secondo me, spesso,
i rappresentanti di entrambi i sessi danno il peggio di sè.
Mi associo alla affermazione secondo cui
“il femminile scatena la comunicazione”,
sopratutto quando poi si trovano donne “femminili”,
a mio pare cosa rara (una conquista evolutiva?),
che sanno gestire la comunicazione con caratteristiche “femminili”,
ossia non in modo diretto e penetrante ma circolare e delicato,
il modo migliore per affrontare concetti complessi
e non svilirli in due battute.
Che sia questo il fascino del femminile
che rimanda ad altro pur esprimendone una parte?
In tal senso a mio avviso la comunicazione “femminile”
ha una connotazione
che crea aspettative per una comunicazione ulteriore,
se invece come purtroppo mi capita di constatare spesso,
la comunicazione femminile si appiattisce sui canoni ovvi
della provocazione fine a se stessa
del “mostrare” (nel senso più ampio del termine) il “mistero” come suo dominio,
del reiterare logiche dei luoghi comuni,
perde la connotazione di “femminile”
e si appiattisce su canoni che la comunicazione maschile per secoli ha imposto portando anche il concetto di “maschile” alla depauperazione.
O no?